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Serena Dal Borgo Con pelle d'ardesia

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Il poemetto della bellunese Serena Dal Borgo è parola che si fa immagine, che fa immaginare questo e mondi altri, parola che si fa musica, che fa risuonare note e sentimenti. Il libro è caratterizzato da parole-chiave ricorrenti, che si inseguono e mescolano a dare significato alla scrittura. Tra le pagine si possono trovare, sparse qua e là, delle piume e delle ali in volo, un pezzetto di cielo solleticato dal vento, un velo a nascondere o lasciar intravedere pelle d’ardesia, per l’appunto. Serena rievoca la morte prematura di Marzia e Daniele senza mai entrare nel merito, ma facendone uno sfondo sul quale dipingere gli angeli e Dio, ispirandosi alla natura, ai suoi profumi e alle sue stagioni, che vanno e vengono in un alternarsi di vita/morte che tanto somiglia alla precaria condizione umana. Nel poemetto la natura si fa madre, reinventandosi per i propri figli, rinnovandosi o perendo sotto un cielo che rappresenta il volere di Dio, e forse anche qualche suo sbaglio, come quello