palutilla nelli
Plautilla Nelli, Santa Caterina da Siena/de’ Ricci, olio su tela, Siena, Convento di San Domenico
Plautilla Nelli, Annunciazione, olio su tavola, Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria delle Statue e delle Pitture, Depositi
Plautilla Nelli (Firenze, 1524-1588) (attribuito), Iniziale A: La Presentazione di Gesù al Tempio con due monache, circa 1545-1557, tempera, foglia d’oro e inchiostro su pergamena, Firenze, Museo di San Marco
Dopo quasi cinque secoli una mostra agli Uffizi riscopre la figura della prima pittrice dell’arte moderna, suor Plautilla Nelli (Firenze, 1524-1588), le cui opere ai tempi di Giorgio Vasari erano disseminate nei conventi e nelle dimore dei gentiluomini fiorentini. La mostra dedicata alla prima «pittrice fiorentina» riscatta la sua memoria storica e le sue opere d’arte spesso, ingiustamente, assegnate a uomini artisti. L’esposizione «Plautilla Nelli. Arte e devozione in convento sulle orme di Savonarola», a cura di Fausta Navarro, è visitabile nelle Galleria delle Statue e delle Pitture da giovedì 9 marzo al 4 giugno.
La rassegna presenta la scoperta di diversi dipinti toscani attribuiti alla suora pittrice o alla bottega di suore artiste di cui Plautilla Nelli sovrintendeva e alle quali insegnava. Il ritrovamento tra Firenze, Siena, Perugia e Assisi di una serie di cinque dipinti realizzati da Plautilla Nelli, tutti raffiguranti l’immagine di una santa domenicana ritratta a mezzo busto di profilo, costituisce un nuovo importante tassello nella ricostruzione dell’attività artistica della suora pittrice, epigona della Scuola di San Marco. Questa raffigurazione costituisce un’iconografia peculiare da porre in relazione con quella di Santa Caterina da Siena, seppure se ne discosti significativamente.
Il gusto “conservatore” nel campo artistico delle suore - e di Plautilla Nelli in particolare - rifletteva la scala dei valori maggiormente stimati, tra cui al sommo grado quelli che rappresentavano la continuità della illustre tradizione artistica domenicana. L’attività artistica del convento di Santa Caterina in Cafaggio fu destinata a soddisfare principalmente la richiesta del mercato dei “parenti e clienti”, ovvero di coloro i quali erano legati alla vasta rete dei conventi toscani dell’Ordine dei Predicatori. La richiesta era diffusa a tal segno da implicare la serialità, come nel caso dei quattro dipinti raffiguranti l’immagine di una santa domenicana ritratta di profilo che costituiscono il fulcro di tutta la mostra. La vendita di tali opere divenne poi fondamentale per la vita del convento di Santa Caterina all’indomani della riforma dei monasteri femminili emanata dai decreti tridentini (1566), riforma che sanciva la proibizione di ricercare beneficenze fuori delle mura conventuali.
La mostra intende approfondire la conoscenza della produzione seriale di immagini devote attraverso l’utilizzo di varie tecniche, a iniziare da quella dello “spolvero” impiegata dalle monache anche per l’arte del ricamo, il lavoro maggiormente legato alle tradizioni conventuali. A testimonianza di ciò sarà presente uno splendido paliotto in seta con ricamo ad applicazione della fine del XVI secolo, appartenente al convento di San Vincenzo a Prato. Entrata a quattordici anni nel convento domenicano di Santa Caterina in Cafaggio - a Firenze, in piazza San Marco - Plautilla Nelli, imbevuta della mistica savonaroliana, fu interprete appassionata della poetica figurativa ispirata al magistero di Girolamo Savonarola nel campo delle arti e al nuovo modello disciplinato di santità femminile della riforma tridentina. Nel monastero fiorentino ricoprì la carica di priora e fu a capo di una fiorente bottega artistica grazie alla quale numerose consorelle sue discepole contribuirono alla diffusione di immagini sacre, avvalendosi di una tecnica pittorica da vere professioniste. Intesa come parte integrante del lavoro quotidiano delle suore e approvato come regola di tutte le terziarie domenicane, la creazione di immagini sacre era valutata essenzialmente per la loro efficacia devozionale e non certo dal punto di vista dell’originalità dello stile o della composizione.
Polissena nasce nella famiglia fiorentina dei Nelli e prende i voti a quattordici anni nel 1538, conseguentemente alla morte della madre e al secondo matrimonio del padre. Il padre Piero di Luca Nelli, mercante, la fece entrare nel convento domenicano di Santa Caterina da Siena, chiuso nel 1808.
Prese il nome di Suor Plautilla e con questo nome fu conosciuta nell'ambiente pittorico. Nonostante la vita ritirata fu conquistata dalla pittura. Vasari ci informa che Plautilla avrebbe imparato a dipingere autonomamente, attraverso l'imitazione di altre opere: sappiamo che possedeva dei disegni di Fra Bartolomeo e, probabilmente, anche stampe di opere che circolavano all'epoca. Non ebbe la possibilità di seguire i progressi della pittura, le rimase oscuro il passaggio dal rinascimento al manierismo, anche se ebbe la possibilità di conoscere le opere dei maestri che avevano lavorato per i domenicani. La cerchia chiamata Scuola di San Marco era frequentata da artisti del calibro di Mariotto Albertinelli, Lorenzo di Credi e Giovanni Antonio Sogliani, oltre lo stesso Fra Bartolomeo.
Viene considerata la prima donna fiorentina pittrice e, probabilmente, fu veramente così. Di lei parla Vasari in termini abbastanza lusinghieri, notando nei suoi quadri la non conoscenza del corpo umano maschile e come i suoi santi appaiano molto femminei, così come i volti degli Apostoli dell'Ultima Cena, dipinta per il suo convento. Di questa sua difficoltà di riprodurre corpi maschili dice Vincenzo Fortunato Marchese:
« È tradizione che Suor Plautilla, volendo studiare il nudo per la figura del Cristo, si giovasse di quello di una monaca defunta, e le altre suore celiando fossero solite dire, che la Nelli in luogo di Cristi faceva Criste » |
(Vincenzo Fortunato Marchese, Memorie dei più insigni pittori, scultori e architetti domenicani, Firenze, 1845) |
La maggior parte delle sue tele sono state dipinte per il convento di Santa Caterina, ma oggi risultano distrutte, o situate in altro loco. Per fortuna in altre chiese domenicane si trovano alcune opere da lei dipinte come: le lunette con San Domenico e Santa Caterina per il Cenacolo di San Salvi, attribuite soltanto di recente.
Oggi possiamo attribuirle con certezza solo tre opere:
- un Compianto sul Cristo morto, proveniente dalla chiesa del convento di Santa Caterina, oggi al Museo di San Marco a Firenze
- una Pentecoste, ancora nel luogo in cui era stata originariamente destinata: la chiesa di San Domenico a Perugia
- una Ultima Cena, proveniente dal refettorio del monastero di Santa Caterina, oggi nel refettorio del monastero di Santa Maria Novella a Firenze.
Morì nel suo convento nel 1588.
Suor Plautilla Nelli TOSD (1524–1588) was a self-taught nun-artist—the first-known female Renaissance painter of Florence, Italy.[1] She was a nun of the Dominican convent of Santa Caterina da Siena located in Piazza San Marco, Florence, and was heavily influenced by the teachings of Savonarola and by the artwork of Fra Bartolomeo.[1]
Suor Plautilla Nelli TOSD (1524–1588) was a self-taught nun-artist—the first-known female Renaissance painter of Florence, Italy.[1] She was a nun of the Dominican convent of Santa Caterina da Siena located in Piazza San Marco, Florence, and was heavily influenced by the teachings of Savonarola and by the artwork of Fra Bartolomeo.[1]
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