Roy Lichtenstein

Roy Lichtenstein nasce a New York nel 1923.
Nel 1940 si iscrive all'Università dell'Ohio e, allo stesso tempo, frequenta anche l'Art Students League di New York, dove segue i corsi di Reginald Marsh. Dipinge quadri di ispirazione cubista.
Nel 1943 parte militare e viene mandato in Europa. Tornato in America nel 1946, riprende gli studi universitari e frequenta i corsi di pittura di Hoyt Sherman. Dopo la Laurea, si iscrive alla Scuola di specializzazione in Belle Arti, che porta a termine nel 1949.
Nel 1951 tiene la sua prima personale alla Galleria Carlebach di New York. Espone dipinti e assemblaggi di oggetti trovati e materiali vari. Nella mostra successiva, organizzata nello stesso anno dalla John Heller Gallery di New York, presenta lavori ispirati al tema della frontiera americana. Nel 1956 realizza la litografia Ten Dollar Bill, che sembra anticipare alcune tematiche della Pop Art.
Alterna l'attività espositiva con altri lavori. Realizza disegni tecnici per il Republic Steel, fa il designer e il vetrinista. Nel 1957 diventa assistente all'Università di Stato di New York. La sua pittura si avvicina all'Espressionismo Astratto. Compaiono nei suoi dipinti i primi personaggi dei cartoni animati: Topolino, Paperino e Bugs Bunny.
Dal 1960 al 1963 insegna al Douglass College, nel New Jersey. Conosce Allan Kaprow, Claes Oldenburg, George Segal. Frequenta anche gli artisti di Fluxus, tra cui George Maciunas e Dick Higgins. Inserisce nei suoi lavori elementi tipici del mondo pubblicitario e dei fumetti, utilizza il puntinato Benday e si avvicina a tematiche pop. A partire dal 1961 Leo Castelli diventa il suo gallerista di riferimento. Mostra grande interesse per le avanguardie storiche e realizza i primi quadri ispirati all'arte "alta". Nel 1962 espone alla collettiva "New Paintings of Common Objects" organizzata dal Pasadena Art Museum.
Nel 1963 Philip Johnson gli commissiona un murale destinato al New York State Pavillon per l'Esposizione Universale del 1964. Sempre in questo anno espone da Ileana Sonnabend a Parigi e da Leo Castelli a New York. Crea le prime sculture in metallo smaltato. Nel 1965 realizza numerosi lavori in ceramica e si dedica ai dipinti della serie intitolata Brushstroke, dove ripropone, in modo personalissimo, la matericità e l'irruenza gestuale dell'Espressionismo Astratto. Nel 1966 tiene una retrospettiva al Museum of Modern Art di Cleveland e partecipa alla Biennale di Venezia, dove è presente anche nel 1968 e nel 1970. La retrospettiva organizzata dal Pasadena Art Museum nel 1967 si sposta anche ad Amsterdam, Londra, Berna e Hannover.
Partecipa alle Documenta di Kassel del 1968 e del 1972. Nel 1969 il Solomon R. Guggenheim Museum di New York gli dedica una retrospettiva. Comincia a interessarsi al cinema sperimentale e realizza tre film sui panorami marini. Crea i primi dipinti di specchi e lavori sulle piramidi. Nel 1970 realizza un murale per la Facoltà di medicina dell'Università di Düsseldorf, espone al Museum of Contemporary Art di Chicago e al Seattle Art Museum. Si trasferisce a Southampton.
Dal 1972 al 1981 lavora a numerose Nature morte e realizza opere ispirate al Futurismo, a De Stijl, al Costruttivismo russo, al Surrealismo e all'Espressionismo tedesco. Numerose sono anche le mostre. Nel 1972 espone al Contemporary Art Museum di Houston, nel 1975 al Centre National d'Art Contemporain di Parigi, nel 1978 all'Institute of Contemporary Art di Boston. Nel 1979 gli viene commissionata la prima scultura pubblica: realizza The Mermaid per il Theatre for the Performing Arts di Miami Beach. Nel 1981 il Saint Louis Art Museum organizza una retrospettiva che si sposta in altre località americane, in Europa e in Giappone.

Nel 1984, Lichtenstein decide di aprire uno studio anche a New York. L'anno successivo realizza il famoso murale per l'Equitable Tower di Manhattan. Nel 1986 una sua scultura, Salute to Painting, viene installata presso il Walker Art Center. Nel 1987 tiene una retrospettiva al Museum of Modern Art di New York; l'anno successivo alla Kunsthalle di Francoforte. Nel 1989 realizza un murale per il Museum of Art di Tel Aviv. Inizia la prima serie di Interiors. Nel 1992 realizza una grande scultura per le Olimpiadi di Barcellona traendo ispirazione da Gaudí. Nel 1993 il Guggenheim Museum di New York organizza una grande retrospettiva delle sue opere, che poi si trasferisce a Los Angeles, Montreal, Monaco, Amburgo e Bruxelles. Nel 1994 completa un grande murale da installare in Times Square a New York ed espone una selezione delle sue stampe alla National Gallery of Art di Washington. Nel 1995 realizza una serie di opere ispirate ai paesaggi cinesi, che vengono esposte nel 1996 nella galleria newyorkese di Leo Castelli. Dona alla National Gallery numerose stampe, che documentano il suo lavoro dal 1948 al 1993. L'anno successivo realizza l'ultima grande scultura da esterno, che viene collocata presso il Pontiac Marina di Singapore. Si tratta di Singapore Brushstroke.
Roy Lichtenstein muore a New York nel 1997




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Roy Lichtenstein viene riconosciuto come uno dei più tipici esponenti della Pop Artamericana.Lichtenstein si interessa ai mezzi di comunicazione di massa perché gli sembrano i più indicati a riprodurre la vita quotidiana del suo tempo, ma anche perché gli servono a portare avanti un discorso sull'arte e sul rapporto tra finzione e realtà. Lontano da ogni intento di denuncia, mostra nei confronti dei prodotti di massa un interesse formale e, al tempo stesso, concettuale.In un mondo come quello contemporaneo, dove nulla sfugge alla riproduzione in serie, l'artista non ha più il monopolio della creazione di immagini; può soltanto scegliere tra quelle in circolazione, o tra gli oggetti quotidiani, quale raffigurare o ricostruire più o meno fedelmente. Attraverso il reportage e la citazione, Lichtenstein ripropone l'iconografia, le tecniche e i mezzi di comunicazione del sistema massificato, di cui si fa interprete e talvolta ironico dissacratore, ma si distingue per la concezione estetica che sta alla base del suo progetto.Non si interessa al soggetto in quanto tale; può essere un'immagine di basso valore culturale, come il fumetto o la pubblicità, o la citazione di un'opera "alta" come quella di Cézanne, Matisse, Monet e altri artisti delle avanguardie storiche. La sua attenzione si appunta sulla tecnica, che gli serve per sottolineare il distacco tra illusione e realtà. Riproducendo in grandi formati oggetti e immagini della vita reale, denuncia le sue opere e tutta l'arte come pura finzione.Di fronte ai suoi lavori si ha sempre l'impressione di essere di fronte alla copia di una copia. Un effetto che viene amplificato nelle opere dedicate allo specchio, o quando riproduce immagini di altre opere d'arte creando un ulteriore livello di mediazione tra reale e rappresentato.Nel lavoro di Lichtenstein è fondamentale l'interesse percettivo. Usa contorni netti e marcati, una prospettiva curva, tratta il vuoto come se fosse una superficie piena riempiendolo di puntini e, in seguito, di linee verticali.Il puntinato gli deriva dalla trama del retino tipografico di Benday e gli serve per dare l'idea dell'ingrandimento e quindi della riproduzione. Per realizzare i puntini, usa inizialmente una lastra di alluminio forato e una spazzola per cani, poi ricorre a una rete metallica col disegno a traforo, un procedimento che richiama quello utilizzato nella stampa industriale. Sempre da Benday riprende anche l'idea del tratteggio diagonale, che dà ai lavori un'impronta ancora più irreale.Usa i puntini e il tratteggio anche per la scultura, di cui spesso nega la tridimensionalità grazie alla ripresa frontale dell'opera e all'uso del retino, che è appunto uno strumento di superficie. Le sue sculture mostrano evidenti contatti con la Pop Art, ma anche riferimenti a Duchamp, secondo il quale qualsiasi oggetto, estrapolato dal suo contesto, può assumere valore d'opera d'arte.Oltre a dipinti e sculture, Lichtenstein ha realizzato opere in ceramica, vetro e ferro e numerose grafiche. Negli ultimi anni si è dedicato soprattutto a lavori monumentali.

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