Emilio Tadini

Emilio Tadini

Laureato in lettere, è stato presidente dell'Accademia di Belle Arti di Brera dal 1997 al 2000.
Ha iniziato la sua attività letteraria sulla rivista Politecnico di Elio Vittorini nel 1947, pubblicando saggi, romanzi, poesie e monologhi.
Ha esposto le sue prime opere negli anni sessanta ed è stato invitato alla Biennale di Venezia nel '78 e '82.
Nel 2001 si è tenuta una sua retrospettiva a Milano. È stato critico d'arte e letteratura per il Corriere della sera.
Si spegne a Milano il 25 settembre 2002 all'età di 75 anni.
Ha detto di lui Umberto Eco: "uno scrittore che dipinge, un pittore che scrive".

Emilio Tadini (Milano, 1927 – Milano, 25 settembre 2002) è stato un pittore, scultore e poeta italiano.
Laureato in lettere, è stato presidente dell’Accademia di Belle Arti di Brera dal 1997 al 2000.
Ha iniziato la sua attività letteraria sulla rivista Politecnico di Elio Vittorini nel 1947, pubblicando saggi, romanzi, poesie e monologhi.
Ha esposto le sue prime opere negli anni sessanta ed è stato invitato alla Biennale di Venezia nel ’78 e ’82.
Nel 2001 si è tenuta una sua retrospettiva a Milano. È stato critico d’arte e letteratura per il Corriere della sera.
Si spegne a Milano il 25 settembre 2002 all’età di 75 anni.
Ha detto di lui Umberto Eco: “uno scrittore che dipinge, un pittore che scrive”.

 Emilio Tadini Emilio Tadini (Milan, 1927 – Milan, 2002)
In 1947, while he was still studying literature at university, a poem by Emilio Tadini was published in Elio Vittorini’s magazine Il Politecnico. This was the beginning of his extensive literary and critical production which, supported and influenced as it was by the post-war intellectual fervor in Milan, led him to become one of the most original and best-known voices in Italy. The price of this was that his far more important extensive art output has often been left in the shade or has been discussed in literary and narrative terms at the expense of its pure painterly qualities.
He began painting during the 1950s and his first solo show was held in 1961 in the Galleria del Cavallini in Venice. By this time he had already begun to paint works in series on related themes in a style influenced at first by Surrealism and in which the tragic and comic existed side by side. The themes were often those of cities, refugees, isolated and deconstructed figures, and manikins which frequently, as in a painting by Marc Chagall, defied the effects of gravity.
In 1965 Tadini began to exhibit regularly with Studio Marconi in Milan and, in the following years, he held numerous solo shows in galleries and museums both in Italy and in the rest of Europe – Paris, Stockholm, Brussels, London, Antwerp – as well as in the United States and South America.
He was invited to the Venice Biennale in 1978 and in 1982. In 1986 a wide-ranging solo show was held in the Rotonda di via Besana, Milan, in which he exhibited a number of works which anticipated his later series Profughi and Città italiane. In 1990 Studio Marconi exhibited seven large-scale triptychs. In 1992 the show Oltremare was held in the Galerie du Centre, Paris, and was later seen again, with the addition of some new works, in Studio Marconi. In 1995 Tadini was the subject of an extensive anthological exhibition in museums in Straslund, Bochum, and Darmstadt. In 1997 shows of his work were held in the Galerie Karin Fesel in Düsseldorf; the Galerie Georges Fall, Paris; and the Castelvecchio museum in Verona. His last series were Fiabe and Nature morte; the former was exhibited in Die Galerie, Frankfurt, in 1999.
From 1997 to 2000 he was president of the Brera academy in Milan. In 2001 a large retrospective show was organized in Palazzo Reale, Milan.




Anno: 2002

l' opera di Emilio Tadini (Milano, 1927-2002) ha attraversato, come poche altre, la vita culturale di Milano, contribuendo all’arte e alla letteratura, prendendo ispirazione e trasfigurando eventi che ne hanno caratterizzato la storia, dal design alla moda, ai grattacieli che animeranno uno dei cicli dell’artista. Nell’ottantenario dalla nascita, la Fondazione Giorgio Marconi, con la Provincia di Milano, l’Accademia di Brera e la Fondazione Mudima, ha dedicato un’importante mostra ai primi vent’anni dell’opera dell’artista milanese, articolata in tre sedi espositive. 
La Fondazione Mudima ha ospitato le opere del primo decennio, 1965-1975, quello in cui la fama di critico e scrittore cede di fronte al riconoscimento delle qualità dell’artista. Attraverso vari cicli pittorici, da Le vacanze inquiete a Colour and Co., passando per Vita di Voltaire e L’uomo dell’organizzazione, Tadini sviluppa influssi della Pop Art britannica, della pittura metafisica e del surrealismo di Max Ernst e Victor Brauner, iniziando a costituire un proprio mondo figurativo. Interessato più alle connessioni che ai significati, Tadini muove dall’intensa densità cromatica a forti contrasti dei primi lavori, a una rappresentazione più essenziale in cui le figure si stagliano all’interno di uno spazio vuoto. Con Museo dell’uomo, le forme e i colori costituiscono configurazioni e sistemi di oggetti, che tendono a porsi come un universo autonomo. 
Le opere del periodo successivo, esposte alla Fondazione Marconi, riprendono e approfondiscono questo tema. Elefanti, tricicli, armature, secchi, trottole sono tra i protagonisti di Figura, in cui le configurazioni, o costellazioni, di oggetti si collocano ai margini del quadro, come violentemente allontanate da una bianca esplosione primordiale che ne costituisce l’origine, mentre ne Il posto dei piccoli valori gli oggetti assumono l’ironica dimensione di piccole ancore etiche. 
Tecnica: serigrafia

la riflessione su immagine e sistemi di segni porta come conseguenza l’introduzione di parole e lettere, mentre appaiono anche figure umane monocrome, in contrasto con il mondo colorato degli oggetti. Negli stessi anni, Tadini sviluppa un assiduo confronto con l’opera di altri artisti, ispirandosi a 
CézanneKleeDuchamp e RenoirL’occhio della pittura, una grande scena corale, costituita per blocchi e ricca di citazioni e autocitazioni, è il punto d’arrivo di questo periodo, che porta alla rappresentazione della pittura come primo sguardo sul mondo, quello che scopre la lontananza e la separazione delle cose, il trauma del non poter toccare ed essere toccati. I quadri della prima metà degli anni Ottanta caratterizzano una fase intermedia. Da un lato, le opere del ciclo Disordine in un corpo classico rinnovano tematiche precedenti, passando da sistemi di oggetti a sistemi di figure umane; dall’altro, in Olimpo e ne La notte, si intravedono le atmosfere, le verticali oblique e le movenze da saltimbanchi che caratterizzeranno negli anni successivi i cicliCittà e Fiaba.
Tiratura: 100

Formato carta: 50 x 70
Parte incisa: al vivo
Tiratura: 100
Formato carta: 50 x 70
Parte incisa: al vivo

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